Storia Di Chi Fugge E Di Chi Resta

restituirmi a me stessa demolendo lui.

Ogni nostro gesto o pensiero o discorso o sogno, una volta analizzato in profondità pareva non appartenerci

«Vedi? Nelle favole si fa come si vuole e nella realtà si

solo a patto di dimostrare di continuo la mia nullità.

voleva che pur avendo studiato non fossi capace di pensiero autonomo, mi umiliava umiliando ciò che leggevo, ciò che m’interessava, ciò che dicevo, e pareva disposto ad amarmi

. L’università non libera le donne ma perfeziona la loro repressione.

Voglio che lei ci sia, scrivo per questo.

ecco il mondo cui ambiva Nino prima di impantanarsi con me. Pensò: che cosa so di quest’altra Napoli, niente; io non ci vivrò mai e nemmeno Gennaro; che sia distrutta, allora, che venga il fuoco e la cenere, che la lava arrivi fino in cima alle colline

I maschi ci tenevano così tanto, al cazzo, ne erano così orgogliosi, ed erano convinti che tu ci dovessi tenere ancora più di loro.

Eravamo, lei e io, dentro la stessa umiliazione, lo amavamo senza essere mai state veramente riamate. Era dunque, malgrado le sue qualità, un uomo frivolo, superficiale, un organismo animale che grondava sudori e fluidi e si lasciava alle spalle, come il residuo di un piacere distratto, materia viva concepita, nutrita, formata dentro ventri femminili.