Cosa c'è oltre la vita fisica? Domanda alla quale hanno tentato di rispondere filosofi di tutte le età dell'uomo. Kardec, nella seconda metà de l'800, ha una intuizione, evocare gli spiriti e dalle loro rilevazione studiare cosa accade dopo aver lasciato l'involcruo. La Chiesa non condanna più l'evocazioni dei morti, retaggio biblico della legge di Mosè. Nella sua opera, Kardec, compie un viaggio straordinario, in cui parla del mondo, delle sue ere geologiche e le mette a confronto con la Bibbia, ma fa di più, parla di inferno, purgatorio e paradiso come di rappresentazioni simboliche, sostituite da anime o spiriti felici, in condizioni mediocri, sofferenti e induriti. Sovrasta tutto l'idea di un Dio troppo buono da essere vendicativo con le peni eterne. Un libro da leggere per culura personale, soprattutto. Kardec è famoso per aver inventato lo spiritismo, molto caro a medium, parapsicologi e amanti dell'occulto. Ma, leggendo custerete questo linguaggio delicato, pedagogico senza la pretesa di voler convincere ma come studio e ricerca com'era quella della Società Parigina di spiritualismo dove Kardec assisteva alle sedute e trascriveva quello che veniva attribuito a queste entità incorporee.