La parola che definisce con maggiore precisione il genio poetico di William Blake (1757–1827) è “visionario”. Influenzato dal neoplatonismo, da Swedenborg, da Bohme, dalla Cabala e soprattutto dal Vecchio e Nuovo Testamento, nei libri profetici presenti in questa raccolta di poesie, il poeta inglese traccia un quadro esoterico e potentemente animato, nel quale s’intrecciano le più svariate mitologie e simbolismi. Sull’assunto di fondo che l’artista è soprattutto un veggente, dotato della facoltà di penetrare nella verità fantastica del cosmo, queste poesie offrono una rappresentazione vividamente drammatica dei temi ricorrenti in tutta l’opera di Blake; la falsità della morale, la natura divina dell’energia e dell’immaginazione, la negatività delle ideologie meccanicistiche nate dall’industrialismo, l’unità mistica dell’universo.