“Mondo e teatro sono i due libri sui quali ho più meditato e di cui non mi pentirò mai di essermi servito”. Con questa frase Carlo Goldoni riassume tutta la sua attività di letterato e di uomo di scena, intendendo come mondo l’esperienza diretta della società a lui contemporanea e per teatro la pratica diretta della realtà del palcoscenico. La sua poetica difatti ribadisce la necessità di dare verosimiglianza a personaggi ed ambienti creando una nuova commedia italiana che, a differenza di quella francese, vede realizzarsi sulla scena il disegno di più caratteri e non di uno solo predominante. La baruffe chiozzotte, scritta nel 1762 in dialetto veneziano, narra dei bisticci di alcune famiglie di pescatori di Chioggia.