Il romanzo “Il ritorno” delinea la storia familiare di quaranta anni di vita (fra il 1940 e il 1980) che rispecchiano la storia di un popolo in anni drammatici di lotte politiche e sociali: guerra, Resistenza, ricostruzione, boom economico, Sessantotto, consumismo, trasformismo… E un grande affresco che fa rivivere o conoscere al lettore –attraverso una microstoria— un quarantennio così significativo peri l cambiamento di valori e costumi del nostro Paese.
In un'architettura di fantasia e realtà, la storia ritmata da dialoghi asciutti e pregnanti, ci narra le vicende di una donna, Emma, che dai primi sogni di giovinezza approda, nel finale, ad una presa di coscienza Della propria identità e del comune destino di solitudine interiore.
Particolarmente espressive sono le pagine che rappresentano il complesso rapporto fra madre-figlia e padre-marito, con le difficoltà di vivere un reciproco amore e di realizzare una “sintonia” comunicativa tra esistenze parallele…
Quest'opera segna l'esordio di una scrittrice che sa raccontare il suo “viaggio esistenziale” per realizzarsi come donna soggetto di se stessa, per ritrovare l'autenticità Della ragazza lontana nel tempo.
Eugenia Tantucci, prima docente di lettere, poi preside di scuola secondaria superiore, ha partecipato a numerose attività di sperimentazione ed aggiornamento. Ha pubblicato: “Il dialetto di Castiglione de Pepoli” (saggio di glottologia, 1971); “Il piccolo Principe” di Antoine Saint-Exupery (traduzione in lingua italiana, 1972); “Il ritorno” (romanzo, 1994).
