“Dottore” questo il soprannome che l’autore di questo libro, quarantenne, romano di origine ma cittadino del mondo, ha “guadagnato” nella sua esperienza carceraria di quasi tre anni. Considerate le cose vere e chiare raccontate silenziosamente in questo scritto, ha preferito mantenere l’anonimato nel rispetto di tutte le persone che ha incontrato, delle loro storie confuse, ricche, caotiche, gioiose, ma anche drammatiche, paradossali, spietate. Questo viaggio diventa uno sfogo, un proficuo tentativo di identificare il bene in mezzo ad un marasma di male. Questo scritto diviene utile e redditizio a tutti coloro che con un ruolo o un altro, entrano o hanno intenzione di entrare in contatto con il mondo nel quale vivono i reclusi.
