Il protagonista, di cui non verrà mai svelato il nome, soffre da sempre di un grave disturbo della concentrazione, a causa del quale si trova a dover adattare i suoi pensieri al mondo circostante e spesso capiterà di udire canzoni e storie nella sua mente proprio mentre gli altri gli staranno parlando. Nonostante ciò riuscirà a vivere le esperienze di un ragazzo della sua età: lavori, viaggi e nuove conoscenze. La particolarità di quest’opera sta soprattutto nella mancanza di punti di riferimento: nessun personaggio ha un nome, ma al limite un soprannome atto ad identificarlo, così come manca il nome di ogni città visitata, che viene solo descritta dal punto di vista architettonico e culturale. Il lettore si trova in un contesto che può solo supporre senza però perdere di vista la narrazione: in fondo, come sostenuto dallo stesso protagonista, i nomi dei personaggi sono spesso fittizi e a nulla servono se non a disperdere l’attenzione del lettore. Così il nostro protagonista studia, viaggia e non tralascia di conoscere amici alquanto bizzarri con cui condividere le sue esperienze: un viaggio che a quanto pare sembrerebbe non aver mai fine. Il tutto ben circondato da quella mancanza di concentrazione di cui soffre il protagonista: così ci ritroveremo nella sua mente, talvolta perdendoci in frasi di canzoni e talvolta lasciandoci trasportare dai suoi ragionamenti poco inerenti alle conversazioni in atto.