Il saggio Il disagio della civiltà, scritto da Freud nel 1929, si configura come una riflessione inerente l’insanabile conflitto tra le pulsioni individuali ed il loro contenimento, necessario per la costruzione della civiltà. Freud si spinge oltre delineando un’interpretazione complessiva della condizione umana all’interno della società, collegandola alle sue tarde elaborazioni sull’influenza determinante delle pulsioni aggressive nella psicologia umana. Inoltre elabora un’attenta analisi sulla condizione della vita umana, volta alla ricerca della felicità, ed alle strategie esistenziali che i diversi tipi psicologici pongono in essere per fuggire dal dolore e ricercare il piacere.