Nel 1999 si celebrava il ventennale dell’arrivo dei manga in Italia. L’occasione offrì lo spunto a Epierre, editore specializzato in pubblicazioni relative alla Nona Arte, per la realizzazione di un corposo numero monografico dedicato ai fumetti e ai cartoni animati nipponici fino ad allora giunti nel nostro Paese.
“Mangamania, 20 anni di Giappone in Italia”, questo il titolo, offre una panoramica allo stato dell’arte dei prodotti disegnati e animati del Sol Levante, valida ancora oggi come “reference” sull’argomento.
Una fotografia lunga 282 pagine che apre con un antefatto sulla cultura e storia del fumetto giapponese, per poi passare in rassegna tutti i capisaldi dei manga, dalle opere di Osamu Tezuka a quelle dei maestri degli anni Settanta come Go Nagai, Leiji Matsumoto, Ken Ishikawa, Monkey Punch e moltissimi altri.
Segue la storia della “prima invasione” degli anime in Italia con titoli precursori come Heidi, seguiti da Atlas UFO Robot (Goldrake), Il grande Mazinga, Jeeg, Gundam, Capitan Harlock. In pratica, l’età d’oro dei “robottoni” e degli eroi spaziali. Senza dimenticare di indagare i filoni femminili: da Anna dai Capelli Rossi a Péline Story, da Candy Candy a Lady Oscar, e quello sportivo: da Mimì e la nazionale di pallavolo a Jenny la tennista per citare solo un paio di titoli. Attenzione: chi è stato bambino negli anni Ottanta potrebbe avere un tuffo al cuore a rivedere in galleria i personaggi della propria infanzia.
La “seconda invasione” è segnata dall’arrivo massiccio dei manga negli anni Novanta. Dopo gli apripista come Akira di Katsuhiro Otomo, è la volta di Ken il Guerriero, Oh, mia dea!, Squadra speciale Ghost e di tutti gli altri eroi portati in Italia da un editore specializzato come Granata Press. A seguire ancora il fenomeno Dragon Ball e quello degli “hentai”, i manga erotici per adulti.
Particolarmente attuali i dossier enciclopedici sui “Magnifici 120 anime” e sui “Magnifici 120 manga” apparsi fino all’epoca. Parimenti interessanti gli apparati di contorno sulla cultura e società giapponese nel cinema, nella letteratura e nella musica, nonché la corposa retrospettiva sull’immagine del Giappone e dell’Oriente in generale nella storia del fumetto italiano.
Da ultimo si segnala che il volume ha avuto anche funzione di catalogo dell’edizione 1999 di Cartoomics, rassegna milanese annuale dedicata al fumetto, e che pertanto contiene una sezione “di servizio” dedicata alla manifestazione e ai premi assegnati ogni anno ad autori ed editori di fumetti nelle diverse categorie previste.
In definitiva un volume che meritava il recupero e il restauro digitale anche per offrire alle nuove generazioni una messe di informazioni che difficilmente si trovano aggregate in un prodotto editoriale di tale portata, con centinaia di immagini, a un prezzo molto più che accessibile.