Un libro, quattro scrittori, quattro racconti in cui i personaggi vivono e uccidono, camminano, strisciano, parlano, e i pensieri muoiono.
Sono storie di emarginazione, di violenza, di sesso, di amore impossibile da comunicare e destinato a finire in maniera dolorosamente tragica. Sono storie che si svolgono a Roma, una Roma di panni stesi, autobus sporchi, rumori di sottofondo, la Roma delle periferie vecchie e nuove che non è certamente (come non lo è mai stata) la città che si offre in pasto ai turisti, immobile, più che eterna.
L'atmosfera va dal pulp de noantri al racconto romantico, dal realismo feroce alla genesi di un racconto, scivolando in un'agevole lettura ma sempre con una caratteristica fondamentale: nascere da un punto di vista uni(vo)co che, ingrandendo e deformando un particolare aspetto della realtà, ce ne rivela il meccanismo complessivo.
Ciascuno con il suo stile, eclettico e aderente alla situazione. Tutti con una dote: farsi leggere volentieri, che in fondo è ciò che si chiede a uno scrittore.