A distanza di quattro anni dal mio licenziamento, le cose in Italia sono cambiate. Non certo migliorate, la crisi ancora morde il tessuto molle del nostro paese.
Il posto “fisso” è deceduto ormai, resta un miraggio. Io ho lavorato in una azienda con meno di quindici dipendenti per trent’anni, e come vedete, è durato a lungo. Oggi le cose cambiano più rapidamente, come pure le tipologie e il mercato del lavoro. Il “marketing” e la “new economy” non guardano in faccia a nessuno.
In origine, nel 2011, il libro l’avevo intitolato Il venditore di stelle, stampai a mie spese una ventina di copie esclusivamente per familiari e amici più stretti. A distanza di tre anni, invece, ho sentito la necessità di proporlo a un pubblico più vasto: quello della rete.
Da Il venditore di stelle a ll rivenditore di stelle zuccherate perché un altro autore ha pubblicato online un anno fa un romanzo con lo stesso titolo, anche se parla di star della musica. E per evitare confusione nel già confuso mondo dell’editoria self publishing, ho deciso di cambiare il titolo in ll rivenditore di stelle zuccherate.
Il racconto è la cronaca in diretta del mio licenziamento avvenuto a ciel sereno. La nuova proprietà, subentrando, aveva promesso che non avrebbe licenziato nessuno.
Poi, passate le festività, aveva cambiato idea: decise di lasciare a casa i più vecchi per dare spazio ai giovani stagisti. Io fui il primo.