Per Andrea Camilleri, suo estimatore, Ezio D’Errico è un artista “dotato di una genialità rinascimentale”. E unico, più volte imitato, è il suo indimenticabile commissario Richard, che con De Vincenzi è tra i personaggi più originali della storia del giallo italiano (e anche dei “mitici” gialli Mondadori). Disincantato, concreto, solo in apparenza distaccato, il “simenoniano” Richard indaga in una Parigi e in una provincia francese non di rado inospitali, popolate di figure ambigue e spiazzanti, spesso ai margini della società, individui rifiutati, disadattati, solitari. Un telefono è sempre occupato, per interminabili ore. È quello del vicino di casa di Georges Milton, il giovane medico amico del Commissario. Ma il Quaranta, tre, sei, sei non risponde perché l'inquilino è stato barbaramente ucciso. Milton, con i consigli di un Richard interessato alla vicenda ma temporaneamente fuori servizio, indagherà in un sottobosco criminale dai contorni sorprendenti. Una vendetta atroce consumata tra le pieghe di una terribile vicenda di emigrazione e di miseria, una vicenda in cui la Legge non può far altro che dichiarare la sua impotenza e inattualità.