Per Andrea Camilleri, suo estimatore, Ezio D’Errico è un artista “dotato di una genialità rinascimentale”. E certamente unico, più volte imitato, è il suo indimenticabile commissario Richard, che con De Vincenzi è tra i personaggi più originali della storia del giallo italiano (e anche dei “mitici” gialli Mondadori). Per Andrea Camilleri, suo estimatore, Ezio D’Errico è un artista “dotato di una genialità rinascimentale”. E certamente unico, più volte imitato, è il suo indimenticabile commissario Richard, che con De Vincenzi è tra i personaggi più originali della storia del giallo italiano (e anche dei “mitici” gialli Mondadori). Disincantato, concreto, solo in apparenza distaccato, il “simenoniano” Richard indaga in una Parigi e in una provincia francese non di rado inospitali, popolate di figure ambigue e spiazzanti, spesso ai margini della società, individui rifiutati, disadattati, solitari. È ciò che accade anche ne La famiglia Morel. Una serie di brutali omicidi sconvolge Le Bourget, una cittadina alla periferia di Parigi. Qual è la vera identità del “vampiro”, l’ombra assassina così chiamata dai giornali? Cosa si nasconde tra le mura impenetrabili di casa Morel, una famiglia che pare interessata solo al denaro? Cosa si cela dietro lo sguardo enigmatico e triste di Élisabeth Morel, forse l’unica depositaria della verità? Una delle indagini più avvincenti e originali del Commissario capo della Sûreté, che in un finale a sorpresa riuscirà a risolvere il caso. Con un’introduzione di Loris Rambelli.