Osvaldo Giustozzi lavora come redattore nella famosa rivista Rivality Square. Arrivato alla soglia dei 48 anni decide di dare le dimissioni, una scelta coltivata nel tempo come reazione a una vita i cui tempi sono dettati da un mondo fatto di consuetudini, ricatti e necessità. Le dimissioni rappresentano un strappo tra sé e un sentiero sempre uguale, un sentiero che porta a una vecchiaia senza sussulti, dove, guardandosi indietro, si scopre che un terzo della vita è stato dedicato ad aspettare lo stipendio. Non ha un altro lavoro che lo aspetta. Non vuole neppure condividere questa scelta con la moglie Luisa, vuole essere solo, fare quello che ha deciso senza farsi condizionare da nessuno.
Ha scelto un lunedì per consegnare la sua lettera di dimissioni.
Dal risveglio, che come tutti i giorni segue un rituale sempre uguale, all’incontro con il capo del personale, sarà una giornata piena di tensioni che diventerà anche l’occasione per fare un bilancio non solo sulla sua vita ma anche sui dieci anni di lavoro passati in redazione con spregevoli colleghi e tristi personaggi che arrancano, come lui, in questa vita.
