In questa novella, ambientata a Trieste durante la Prima guerra mondiale, un anziano imprenditore riceve da una conoscente la supplica di trovare un impiego alla figlia ventenne. Il protagonista si mobilita subito, procurandole un posto come conduttrice di tram. Non appena l'anziano imprenditore incontra la giovane sulla vettura se ne invaghisce e la invita a casa propria. L’infarto che lo coglie durante l’amplesso, tuttavia, porta l’uomo ad un’amara presa di coscienza sulla propria età. L’amore impossibile di un vecchio manipolatore, così come ne “La coscienza di Zeno”, offre a chi legge un doloroso assaggio di umanità, fatto di egoismi, fragilità e (molto) occasionali virtù.
Aron Hector Schmitz (1861–1928) nasce a Trieste da un’altolocata famiglia della borghesia ebraica. Sebbene italofono, la sua formazione sarà impartita rigorosamente in tedesco, fattore che influenzerà notevolmente il suo stile di scrittura. Tale humus culturale — tipicamente mitteleuropeo — lo mette precocemente in contatto con temi che poi si ritroveranno anche nella sua produzione, come ad esempio la psicanalisi di Freud. Oltre ad essere stato un prolifico autore di racconti, Svevo è ricordato soprattutto per i suoi romanzi: “Una vita”, «Senilità" e, soprattutto, “La coscienza di Zeno”.