Una Donna

vita. Oh babbo, babbo! Dove era la nostra superiorità, di cui andavo così altera fino a ieri?

Fu per rappresaglia? Questi mi narrò ciò che in paese ormai molti sapevano: che mio padre aveva un’amante,

A me stessa ridendo chiedevo: “M’innamorerei?…” e il giuoco mi piaceva, pareva dare un sapor nuovo alla vita che vivevo con tanta foga

Ed io, dopo tutto, non sentivo questa responsabilità verso il futuro… No, non mi sposerei

Ma allora il mondo finisce

non mi sarei mai maritata

La primavera scorreva lenta: nei crepuscoli tepidi ed avvincenti io mi sentivo talora invadere da un bisogno torturante di pianto, di dissolvimento: che cos’era? Dov’era andata la mia balda adolescenza? Perché mio padre si allontanava così dalla mia anima? Non mi sentiva soffrire, non mi amava, ah, certo non mi amava più! Stavo io per dubitare di lui, di me stessa, della vita

E non riuscivo a veder nell’avvenire stabilirsi un amore nuovo e più forte fra loro e in tutta la famiglia

Per la prima volta cercavo nel passato, scoprivo degli indizi, li collegavo.

Non avrei voluto più sciogliermi da quell’abbraccio: per la prima volta provavo la volontà di chiudere gli occhi e di sparire. E non formulavo alcun pensiero, neppur questo: “Vive ancora?”