Pubblicato nel 1897 e accompagnato da una ininterrotta fortuna, Dracula di Bram Stoker è l'ultimo grande romanzo gotico e al tempo stesso, forse, il più famoso: spettrale, altero, spietato e sottilmente erotico, il pallido Conte (il cui nome è ormai sinonimo di vampiro) appartiene a quei pochi personaggi che entrano a far parte dell'immaginario collettivo, impongono un genere, divengono un simbolo, una sorta di dimensione. «Una figura», come notava Thomas Wolf, «che costringe a confrontarci con misteri primordiali: la morte, il sangue, l'amore e i loro reciproci legami», aggiungendo che «il risultato cui Stoker perviene è questo: ci fa comprendere, attraverso la nostra esperienza, perché si dice che il vampiro sia invisibile allo specchio. Egli c'è, ma noi non lo riconosciamo, dal momento che il nostro stesso viso lo cela.»