Pubblicato per la prima volta nel 1904, “Storie di due anime” è un commovente romanzo incentrato sulla dolorosa illusione dell’amore. In una Napoli vivida, intrisa di folklore, Domenico Maresca — detto Mimì — è uno stimato pittore di santini, intrappolato nell’infelice matrimonio con la bella ma infedele Anna. Gelsomina, invece, è una ragazza non troppo avvenente, in disperata ricerca di un uomo da sposare. Facendosi illudere in più di un’occasione da uomini egoisti, la giovane sembra essere destinata a non conoscere mai la gioia di una relazione serena. Questi gli ingredienti con cui Matilde Serao, grazie alla sua inconfondibile sensibilità narrativa, riesce ad assemblare i tasselli di una storia tragica, in cui l’intensità delle emozioni umane sembra travolgere ogni altra cosa. Una lettura impagabile che, a distanza di oltre un secolo dalla stesura, sembra avere ancora moltissimo da trasmettere…
Matilde Serao (1856–1927) nasce a Patrasso ma cresce a Napoli, dove manifesta un precoce interesse per la letteratura. Nel 1882 si trasferisce a Roma, iniziando a collaborare come cronista al “Capitan Fracassa” e conoscendo il futuro marito Edoardo Scarfoglio. Sarà con lui, quindi, che coronerà l’ambizione di dirigere un giornale. Nel corso della loro lunga relazione — da cui nasceranno quattro figli — i coniugi fonderanno vari quotidiani, il maggiore dei quali sarà Il Mattino (1892). Dopo una burrascosa separazione, Matilde crea un proprio giornale, Il Giorno (1903), e dà vita ad un nuovo sodalizio, sentimentale e professionale, col giornalista Giuseppe Natale. Matilde Serao è stata, oltre che importantissima giornalista, anche scrittrice prolifica, pubblicando vari romanzi e raccolte di racconti. Muore nel 1927, poco dopo che Mussolini in persona ne bloccò la candidatura al Premio Nobel per la Letteratura.