Pubblicato nel 1912, questo romanzo ebbe un grande successo, non solo perché raccontava lo “scandalo russo”, la storia dell’avventuriera Maria Tarnowska, condannata a 8 anni per aver spinto , con la complicità di un suo amante, un altro suo amante a uccidere il suo futuro marito; ma perché la storia di questa donna la vedeva al centro di grandi passioni e di suicidi (se ne contano almeno due). Maria Tarnowska ebbe una pena mite grazie all’impostazione della difesa che mostrò la sua storia di sposa bambina con un pervertito, e la sua infermità mentale, dovuta anche alla cocaina.Ecco la critica del libro de le Journal di Parigi: “un lucido e incessante turbine di azione, di sogno, di incoscienza, di follia. IL melodramma sipurifica in elegia, senza perdere niente della sua intensità e della sua furia. L’emozione più rara, più universale fa palpitare queste pagine di febbre, questa ricostruzione ideale e forsennata…E su questa bellezza sparsa e condensata, sul sangue sparso e sul fango illuminato dal sole, le grandi ali della pietà apportano nei giorni della sofferenza di una prigioniera tutto il cielo e tutto il sogno…” Cornice musicale: concerto n. 1 di Prokoviev